La storia del Tocai friulano è piuttosto complessa e in molti punti si intreccia con quella del Tokaj ungherese, contribuendo a creare una certa confusione riguardo al vitigno dal quale si ottengono i due vini.
Il realtà il Tocai è una varietà autoctona, è l’uva bianca più diffusa in Veneto, anche se i terreni e il clima del Collio goriziano costituiscono il suo habitat ideale. E’ coltivato in tutto il Friuli, nel Veneto, appunto, specialmente nella zona di Verona e anche in Lombardia.
Il vino che se ne ricava ha un colore giallo paglierino intenso, con qualche riflesso verdolino, ha profumo delicato con sentori di mandorla amara e di fiori e, al gusto, risulta strutturato, sapido e asciutto con un gradevole retrogusto amarognolo.
Fino a pochi anni fa il vitigno Friulano prendeva il nome di Tocai. Alcuni accordi tra Italia e Unione Europea del 1993 hanno vietato l’utilizzo del nome “Tocai” a partire dal marzo del 2007, in quanto troppo simile a quello doc ungherese Tokaji e all’omonima zona di produzione. La somiglianza è relativa solo ed esclusivamente al nome, in quanto il Tocai Friulano ed il Tokaji Ungherese sono completamente diversi come vini per colore, profumo, gusto e come metodi di produzione. Inoltre il Tokaji ungherese non è un unico vino, ma vari vini provenienti dalla stessa zona della città di Tokaji.
Occorre sottolineare che il Tocai friulano è un vino secco, fruttato, con uno spiccato sapore di mandorla; quello ungherese, benché possa esistere anche in versione secca o abboccata, è famoso per la sua versione dolce, anzi dolcissima, di colore ambrato, con circa 15 gradi di alcol ed una altissima concentrazione di zuccheri residui.
Comunque, dalla vendemmia 2008, non è più consentito utilizzare il nome Tocai nelle etichette, che da allora si chiama Friulano.
Un vino bianco Friulano espressione nitida e pulita di quel vitigno che una volta si chiamava Tocai Friulano è prodotto da una delle più prestigiose ed importanti cantine del Collio, quella del Castello di Spessa.
Diverse sono le interpretazioni storiche più o meno chiacchierate, tuttavia studi recenti, avviati a Conegliano intorno agli anni ’70, hanno posto in evidenza diverse somiglianze del Friulano con il vitigno Sauvignon. Le analisi del DNA effettuate in seguito hanno rivelato che il vitigno Friulano altro non era che il Sauvignonasse, vitigno presente nei vigneti del Bordolese e oggi quasi scomparso, che arrivò in Friuli, probabilmente assieme al Sauvignon, nel periodo in cui, a metà dell’Ottocento, si iniziarono a coltivare i vitigni francesi nei vigneti friulani. Sembra verosimile far risalire al matrimonio tra il Conte de La Tour e la nobildonna friulana Ervina Ritter la prima, vera importazione in regione di vitigni francesi.
In conclusione, il vecchio Tocai non è scomparso, ha solamente cambiato nome. Il suo gusto, la qualità e la relazione con il territorio rimangono eccellenti come sempre, custoditi sotto la nuova denominazione di Friulano.
Del Friulano vanno sottolineate la mineralità e la freschezza ma anche un basso tenore in acidità. Vino ideale in abbinamento col Prosciutto di S. Daniele per quel profumo di mandorla che li unisce. La morbida grassezza del cibo è contrastata ed equilibrata dalla mineralità del vino.
Ottimo anche in abbinamento con ortaggi e vegetali, in particolare con gli asparagi e le erbe primaverili: ortica, luppolo da cucinare per preparare risotti e frittate.
Il Friulano sa abbinarsi molto bene anche con i crostacei: cicale, gamberetti, scampi e aragoste.
Castello di Spessa Collio Friulano DOC 2012
Valle Rugiade Colli Orientali del Friuli Friulano 2013
La Ginestra Collio Friulano 2012
Borgo del Tiglio Collio Friulano DOC 2011
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