Qualità | Notorietà | Conservazione |
82/100 | Rinomato | Breve |
Il Prosecco si distingue in modo netto dagli altri noti spumanti italiani prodotti, ad esempio, in Franciacorta (Lombardia) e Trento DOC (Trentino), non solo per la zona di produzione e le uve utilizzate ma anche per il metodo di produzione utilizzato che in questo caso prevede l’utilizzo di autoclavi (contenitori in acciaio) inteso ad esaltare e preservare gli aromi fruttati e la freschezza di questo prodotto. Mentre, gli spumanti Franciacorta e Trento DOC ricalcano il metodo usato in Champagne dove note più “evolute” e di lieviti si aggiungono al resto.
Ognuno ha le proprie preferenze ma soprattutto: ogni piatto ed ogni occasione richiedono un prodotto diverso e il bello dell’Italia è proprio la varietà che ci consente di spaziare tra aromi e sapori sempre nuovi.
Il Prosecco “Uvaggio storico” di Val d’Oca è un vino ottenuto da uve Glera per l’85% e per il restante 15% vengono utilizzate solo uve autoctone (cioè originarie di questo territorio, a Valdobbiadene – provincia di Treviso, Veneto). Non è un Cartizze, il cru della zona, ma questa bottiglia è percepita di pari valore, dato il successo che riscontra in occasione di degustazioni dentro e fuori confine.
L’etichetta rappresenta, evidentemente, una scena dell’azienda ai suoi inizi e la rende così speciale, probabilmente un’ “idea regalo” da collezionisti. Alcune delle immagini storiche sono esposte in enoteca in bianco e nero così come riprodotte in etichetta.
Da buon Prosecco è leggero e lasciatemi passare il termine “beverino”. Non a caso la tipologia prescelta è “Dry” (come generalmente si trova il Cru della zona, il “Cartizze”), quindi con una quantità di zuccheri superiore ai più noti Brut ad esempio. È minerale, molto morbido, armonico e di facile beva.
Conservazione | Servizio | Abbinamenti |
Da bere entro il primo anno | Servire a 6° | Abbinare con aperitivo agrodolce (es. fichi e prosciutto), pasticceria secca, dolci secchi a base di frutta secca o confetture |
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