Dopo aver venduto vino in tutto il mondo, averlo degustato, bevuto, fatto ricerche e di tutto di più essendoci pure nato eccovi alcune pillole di esperienza che mi sono fatto!!
La prima cosa è di vedere il bicchiere del vino mezzo pieno e non mezzo vuoto e cioè la sua positività!
Il mio segreto sulla positività, che si lega anche al conetto di fortuna è svegliarsi ogni mattino guardarsi allo specchio dritto negli occhi e trovare almeno tre motivi per rallegrarsi all’inizio della giornata. Così ho magicamente e concretamente scoperto che l’atteggiamento di essere prima di tutto positivi con se stessi attira e contagia la positività negli altri.
Questo vale anche per il vino nel come lo si presenta, lo si veste e lo si degusta!
Spesso i termini che noi produttori usiamo sono troppo tecnici a seconda dell’audience a cui si parla e le etichette sono troppo complesse e difficili da capire! Pertanto il segreto è creare empatia e chimica con chi si vuol coinvolgere, attirare e convincere.
Guardando dritto negli occhi, analizzando gli sguardi e le espressioni si capisce subito se e quanto c’è interesse. Bisogna fare domande, rendere partecipi, cercare un dialogo a due vie ed usare immagini e paragoni per fare in modo di interessare e stimolare ma ponendosi sullo stesso piano adulto/adulto e non genitore/bambino in sostanza non si deve far sentire inferiore l’interlocutore.
Le domande ed il dibattito è tanto più di successo quando si colgono gli aspetti positivi e si trasformano quelli negativi in positivi, con il ragionamento cercando sempre una valida soluzione al problema.
Il gusto è soggettivo ed il vino soddisfa molti palati; dal dolce, al secco, al rosato alle bollicine.
Anche le forme delle bottiglie sono di tutti i tipi fino a ricordare la sinuosità del corpo umano, e che dire delle etichette. …ve ne sono di tutti i colori.
Ma esiste una regola del packaging? Noi produttori spesso usiamo dei codici che sono capiti più dal settore che dal consumatore. Ad esempio in genere i confezionamenti bianchi e dorati vanno più per i moscati, il blu per i vini bianchi tipo Chardonnay, come il verde per i vini bianche leggeri, il nero per i vini molto maturi ed invecchiati, la bottiglia Renana per i Rieslsing, come quella Bordolese per i grandi vini rossi, le bottiglie fantasia sono di alcuni vini millesimati di annata ed in tirature limitate, il rosè per il rosato, l’arancione per i prosecchi ed il rosso per i vini legati alle feste. Le bottiglie piccole per i vini spumanti nei frigo bar, e le mezze per i vini liquorosi, le bottiglie trasparenti per le grappe da vitigno. E potrei elencarne tanti altri.
Non c’è quindi una regola se non quella di differenziare il prodotto dagli altri di darne valore ma se il contenuto non è della stessa qualità si vanifica una opportunità!! Io dico sempre che anche il consumatore meno evoluto ed esperto in verità ha un palato e sa quello che a lui piace e quindi non bisogna prenderlo per il naso.
Il naso ma quanti di noi lo usa nel modo giusto prima di degustare un vino come si dovrebbe! Infatti prima di bere annusate il vino e vedrete come migliorano le sensazioni! Il vino è gestualità da come si conserva a come si prende la bottiglia a come si apre e si versa. Ma anche come si beve e si tiene il bicchiere…mi raccomando sempre e solo dal gambo.
Il vino è socialità e piacere in quanto si beve in coppia per festeggiare , o per dimenticare, ma anche per corteggiare, per amare, per sedurre e qui la fantasia corre e corre. Quindi che cosa è l’ effetto P? In una parola Più, Per, Perché, Pace, Positività, Piacere, Parlare, P………..
…..a volta dobbiamo prendere il nostro interlocutore e con la stessa grazie e sicurezza trasformarci in cani da ciechi che ti guidano e fanno scoprire il mondo anche senza averne la nostra profonda conoscenza….P….Palato….
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