In degustazione presso l’Hotel Westing Palace di Milano i vini delle aziende siciliane partecipanti all’Etna Grand Tour, evento itinerante organizzato dal Consorzio per la tutela dei vini Etna Doc, nato nel 1992, al fine di consolidare la coesione dei produttori nella promozione dei prodotti etnei in Italia e nel mondo.
Numerosi i banchi di assaggio e numerose le Aziende presenti, tra cui Al-Cantara, Tenuta Monte Gorna, Tasca D’Almerita, Graci ecc con i loro prodotti da vitigni autoctoni, in particolare Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Cataratto e Minnella.
L’area di produzione della Doc Etna è zona che circonda il vulcano da sud a nord e comprende molti comuni in provincia di Catania, terre costituite da terreni sabbiosi di origine vulcanica, ricche di scheletro.
Si tratta di un distretto vitivinicolo antichissimo, citato già in testi latini del III secolo A.C. e noto anche alle civiltà del passato a testimonianza della fertilità della terra e dell’importanza del microclima particolarmente favorevole per altitudine, presenza di brezza marina ed escursione termica. Proprio qui è stata riconosciuta la prima denominazione di origine controllata nel 1968 come DOC Etna.
L’interesse per quest’area della Sicilia è quanto mai attuale: non solo “a Muntagna”, come amichevolmente viene chiamato qui il vulcano dagli stessi produttori vitivinicoli, è stata inserita nel 2013 dall’Unesco tra i patrimoni mondiali dell’umanità, ma i suoi vigneti stanno riscuotendo grande attenzione da parte della critica internazionale. Anche la famosa rivista statunitense “Wine Spectator” ha, di recente, dedicato la copertina di una sua edizione proprio all’Etna accompagnata dal titolo dal titolo: “Risorge la stella della Sicilia”.
Molte piccole aziende qui hanno ripreso in mano la terra e deciso di far rivivere il vigneto come ai vecchi tempi, razionalizzandolo e reimpiantandolo per produrre quelli che, da sempre, sono i vini dell’Etna, prodotti da vitigni autoctoni che nascono solo qui.
Tra le specie coltivate, la vite, in questi luoghi, ha sempre ricoperto un ruolo di primissimo piano. La sua coltura ha avuto inizio parecchi secoli fa, ma si è progressivamente estesa negli ultimi due, con il procedere delle imponenti opere di disboscamento, utili a dissodare e valorizzare un suolo aspro e selvaggio, contenuto e reso coltivabile anche attraverso imponenti opere di terrazzamento con muretti a secco che, creati in tempi lontani, sono stati ripresi e rinforzati con tecniche più moderne e sono ancora visibili nelle vallate.
Il Tour, che prima di Milano, ha avuto Roma come tappa è certo una occasione importante per far conoscere i vini di uno dei terroir più importanti d’Italia e destinato ad essere valorizzato sempre di più se, come afferma Giuseppe Mannino, presidente del Consorzio di Tutela:” “In poco più di dieci anni i nostri vini hanno compiuto passi enormi in quanto nel 2002 le aziende imbottigliatrici erano solo sei , ora sono circa ottanta e la superficie vitata cresce in media di cinquanta ettari ogni anno. Sono segnali incoraggianti.”
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