Nel mio blog ho già parlato di come degustare il vino in 4 semplici passi. In questo post, invece, voglio spiegarvi come allenare i vostri sensi con 6 semplici esercizi grazie ai quali potrete diventare dei ninja della degustazione.
Nell’esame gustativo, la caratteristiche di un vino sono valutate principalmente attraverso 6 elementi chiave:
Ecco allora che per ogni caratteristica ci possono essere utili questi semplici esercizi da fare comodamente a casa.
1. Il corpo
Quante volte abbiamo sentito la parola corposo quando si parla di un vino?
Ebbene si, anche i vini hanno un corpo: quello corposo è solitamente più alcolico e con una maggiore densità.
Come dice la Master Sommelier Andrea Robinson: “il corpo è quel senso di pesantezza o di ricchezza di un vino, ma è anche la viscosità che un vino lascia in bocca”.
Esercizio: “Bevete più latte, il latte fa bene”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Conclusioni:
Questo esercizio aiuta a comprendere il significato di corposità di un liquido. Il latte scremato sarà più leggero e il gusto sarà meno persistente in bocca, mentre la panna sarà il liquido più corposo e pesante.
2. Acidità
L’acidità forse è il fattore più facilmente riconoscibile di un vino. La lingua fin dal primo sorso percepisce l’acidità di un vino, in particolare nelle zone laterali. Questa dote non è riconducibile a un difetto del vino, anzi, molto spesso è la caratteristica che dona struttura e equilibrio, contrastando la dolcezza e la sapidità.
L’acidità di un vino si deve a diversi fattori, come la varietà dell’uva, esposizione al sole, il clima dell’annata, il tipo di suolo, ecc…
Per facilità è possibile assumere che i vini più acidi provengono da aree più fredde, mentre nei territori più caldi si avranno vini più corposi.
Proprio per l’astringenza che provocano i vini acidi, si consiglia un abbinamento a cibi grassi in modo da rinfrescare il palato.
Esercizio: “Voglio solo limonare”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Conclusioni:
Questo esperimento permette di percepire diversi tipi di acidità di un liquido attraverso vari tipi di gusti acidi.
3. La dolcezza
La dolcezza di un vino è misurata dall’ammontare di zucchero residuale dopo la fermentazione.
Questo aspetto può essere nascosto dall’acidità di un vino, come avviene, ad esempio, nel Riesling alsaziano.
Lo zucchero dona al vino corpo e consistenza, come avviene in maniera significativa nei vini passiti.
Esercizio: “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Potete provare ad aggiungere ancora zucchero per avere una maggior comprensione di come all’aumentare della dolcezza diminuisca l’acidità.
Conclusioni:
Questo esercizio aiuta a comprendere come un vino, per trovare un giusto bilanciamento, necessiti del corretto equilibrio tra acidità e dolcezza.
4. Aromi e sapori
La verità è che impossibile stabilire un gusto univoco per un vino perché ogni persona percepisce sapori e aromi differenti. Ma è anche vero che più si fa pratica nella degustazione di vini differenti, più si impara a riconoscere e ad associare i vari aromi ad una specifica tipologia di vigneto.
Per convenzione, tutti i vini sono associati ad aromi che si trovano in natura, come quelli fruttati e floreali; così, solitamente un vino rosso rievoca sentori di frutti rossi (fragole, ciliegie, prugne) e il vino bianco ricorda aromi di frutti bianchi (pesca, arancia, ecc..) o presenta note fortemente minerali. Per quanto riguarda gli altri aromi, questi variano a seconda del tipo di vino o comunque dalla capacità del degustatore nel percepire determinati sentori.
Esperimento: “Sapore di sale, sapore di mare”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Conclusione:
Questo esercizio aumenta la vostra capacità nel riconoscere gli aromi solo con l’uso dell’olfatto e del gusto.
5. Le doti tanniche
I tannini derivano dalla buccia delle uve, dai semi e dagli steli dei grappoli e contribuiscono a donare struttura, complessità, equilibrio e longevità al vino, soprattutto (ma non solo) ai vini rossi.
La dote tannica di un vino è percepita attraverso la tipica sensazione di astringenza e amarezza in bocca, un gusto stucchevole percepito soprattutto nella parte più interna della lingua. I vini con molti tannini sono comunemente abbinabili a cibi dal sapore forte e strutturato, come piatti di carne rossa, arrosti e selvaggina.
Infine, i vini che subiscono un affinamento in botte presentano una maggior dote tannica poiché il legno rilascia nel vino questo tipo sostanze che ne migliorano inoltre la capacità di conservazione.
Curiosità: il frutto con la maggior percentuale di tannini nei suoi tessuti è la castagna, con ben il 7%.
Esperimento: “Tè tannino”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Conclusioni:
Questo esperimento aiuta a comprendere la sensazione di astringenza in base alla quantità di tannini all’interno della bevanda
6. Il tipo di affinamento
Il processo di affinamento varia di vino in vino, a prescindere dal fatto che questa fase continui anche durante la conservazione in bottiglia. Solitamente, la modalità di affinamento più comune è quella in botte di legno (di solito rovere) per donare al vino quei sentori tipici di tostatura, vaniglia o caramello, a seconda del tipo di vino e di botte.
La stagionatura del vino in botte, oltre a donare sentori differenti, garantisce una maggior ossigenazione e quindi un miglior invecchiamento del vino.
Infine, esistono varie dimensioni di botti e possono essere utilizzate anche per la stagionatura o l’affinamento di vini bianchi dotati di una buona struttura e longevità.
Esperimento: “Nella botte piccola c’è il vino buono”
Equipaggiamento:
Procedimento:
Conclusioni:
Riconoscere se un vino ha subito un affinamento in botte o meno diventa una cosa abbastanza semplice una volta che si ha provato diversi vini di questo tipo. Per cui vi consiglio di bere del vino, invece di sprecare i vostri soldi in marshmellow e Cheerios.
Buon allenamento, #winelovers
Cheers!
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