Ho aperto una bottiglia di Cabernet Franc Fantinel, senza avere contezza della sua qualità e delle migliori modalità per il suo apprezzamento.
Faccio sempre così quando non conosco un vino e non mi trovo in compagnia di altri che possano suggestionarmi o suggerirmi gli eventuali accorgimenti per la sua degustazione.
Il Fantinel è stato uno dei primi vini che ho comprato online sul portale Wineverse, assieme alle “bollicine” prodotte dalla stessa casa e al Colombarone Tenuta La Viola. Gradevole la sorpresa. Vino rosso brillante, di colore rubino, come piace a me e di cui si potrebbe voler bere a volontà, se solo non fossimo schiavi della nostra natura umana e della sua intrinseca fragilità.
L’ho provato in una sera di marzo a casa da solo, unito ad una cucina semplice a base di carne e ne ho apprezzato la sincera solidità di un vitigno riscoperto e che inizia addirittura ad essere di moda, il Cabernet Franc friulano, capace di generare vini davvero eccezionali, esattamente come nel caso della bottiglia Fantinel che ho provato.
Altra storia per il Colombarone. Parliamo qui di un Sangiovese di Romagna Superiore del 2011. Bere un Sangiovese e trovarlo piacevole è attività in cui possono misurarsi più o meno tutti – tranne che ci si cimenti nella prova di un Brunello e allora in tal caso per provare qualcosa di gradevole e buono occorre impegnarsi molto e spendere altrettanto, dato che la produzione media in commercio è a mio parere piuttosto deludente.
Io poi devo ammetterlo, sono un fan del Sangiovese, dato che considero questo vitigno e i suoi prodotti una sorta di passpartout dell’enologia italiana: bevi un Sangiovese e capisci che sensazioni il vino in generale possa dare.
Il Colombarone è un vino superiore e non solo perché c’è scritto sull’etichetta. L’ho provato una sera durante una piccola cena a casa con amici. Solitamente se è una novità anche per me, tendo ad aprire la bottiglia prima, da solo e in cucina e così assaggio e cerco di capire se ne sia valsa la pena.
Mi si è aperto un mondo fatto di sapori giusti e odori bilanciati. Anche la temperatura, che a casa non è mai quella che dovrebbe essere secondo le prescrizioni del prodotto ed i suggerimenti degli esperti, mi è parsa invece esattamente quella più corretta per bere ed assaporare questo vino.
Da buon Lucano, quando posso, preparo a casa qualche piatto tradizionale, prediligendo, se possibile, prodotti di eccellenza nostrana quale il Peperone di Senise IGP. Quella sera avevo preparato una mia specialità: i peperoni di Senise all’uovo. Una sorta di uova strapazzate e peperoni essiccati al sole, cotti a fuoco basso per una quindicina di minuti con olio di oliva extravergine, acqua e sale – non propriamente una pietanza leggera, come nel solco d’altronde, della tradizione culinaria della mia Regione, ma tuttavia un piatto esigente e di una bontà assoluta al quale occorre abbinare vini proporzionati di corpo e di sapore.
Il Colombarone si è comportato bene al primo assaggio e ancora meglio a tavola. Piacevole, a tratti sorprendente, mai eccessivo negli odori al naso e nelle sfumature al palato. Peccato che una bottiglia sia finita in un attimo e che abbia poi dovuto ripiegare su prodotti alternativi, altrettanto buoni, ma di cui magari parlerò in una prossima occasione.







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