Gli awards di Decanter non sono aperti al pubblico né alla stampa, insomma sono un’infiltrata! Come membro dello staff ho avuto modo di dare uno sguardo più che ravvicinato e sono in grado di svelarvi qualche curiosità del dietro le quinte di un evento di fama mondiale tenutosi dal 28 Aprile al 2 Maggio a Londra.
È per questo che abbiamo dedicato ben 2 articoli a questa competizione mondiale di vini: Decater World Wine Awards. Come scrivevo nella prima parte (leggi l’intero articolo qui), Decanter è un mensile su vini, liquori e distillati che dal 2004 ha lanciato un contest per vini provenienti da tutto il mondo divenuto influente e prestigioso.
Dopo averne capito il funzionamento nel primo articolo non ci resta che commentare i tanto attesi risultati (per consultarli clicca qui) attraverso le opinioni degli esperti coinvolti e che ho bloccato nei corridoi per un parere.
Si tratta di un evento di enorme fluidità: i giudici si sentono a proprio agio come da loro stesse dichiarazioni, ed è esattamente questo lo spirito che Sarah Kemp, braccio destro di Spurrier, mi dice di aver in un’organizzazione così complessa fatta di un staff molto folto in una struttura quest’anno tutta nuova: “Tobacco Dock” alle spalle del Tower Bridge che ho percorso con piacere tutte le mattine nonostante la nebbia di quei giorni di maggio, anche a causa dello sciopero dei mezzi che cadde proprio in quella settimana. La location prevedeva spazio aperto per registrazione, bar e sala ristoro, stoccaggio vini e chiaramente diverse sale degustazione, gli “studios”, e infine, spazio riciclo materiali (vetro, cartone e ahimè vino rimanente). Non vi nego che negli ultimi giorni lo staff aveva a disposizione le bottiglie dei vini per i quali le degustazioni erano concluse, quelle ancora coperte e… finalmente da scoprire, ma ormai i nomi sono noti a tutti, è stata dura mantenere il segreto!
I vini italiani vincitori sono variegati, dall’elenco pubblicato nella prima parte dell’articolo si evince che ci sono cantine piccole e grandi, cantine con carattere assolutamente territoriale e cantine con fama internazionale o radici storiche molto profonde e sono diversi anche gli uvaggi e le zone di produzione. D’altra parte è questo lo scopo delle degustazioni alle cieca: bottiglie coperte e giudizi assolutamente privi da qualsiasi condizionamento una cantina, un nome, un colore possa suggerire. Bello avere conferme di nomi importanti quali Ricasoli tra gli argenti o Quintodecimo tra gli ori (tanto per citarne due); intrigante scoprire cantine più piccole che offrono vini di qualità anche se meno conosciuti: Terre Nobili di Lidia Matera tra gli argenti e Costarossa che vince addirittura l’International Trophy così come Rivetti & Lauro, che vincono con ben 2 vini e che sul loro sito raccontano “la storia di un sogno” ormai divenuto realtà mi verrebbe da dire.
Così dopo tanta fatica, tanto lavoro e fiumi di vino aperti e a volte sostituiti con apposito modulo in caso di presenza di difetti, possiamo dire che la mia impressione di quei giorni è probabilmente veritiera: il nuovo mondo (i paesi affacciatisi da poco alla produzione vitivinicola quali Sud Africa, Canada ed anche Argentina) hanno vinto davvero molti più premi dei nostri italiani.
Gli esperti italiani presenti al concorso come Ian d’Agata (del Merano Wine Festival) o Cernilli dicono di essere severi ed obiettivi, ne va della loro professionalità d’altra parte. Spurrier pensa che il nuovo mondo ha bisogno di questi riconoscimenti probabilmente profondendo maggiore impegno anche nella selezione dei campioni da inviare a differenza degli italiani, ad esempio, che probabilmente hanno meno bisogno di pubblicizzarsi con queste iniziative. Ma non potrò mai dimenticare la considerazione di Monty Waldin, americano trapiantato in Italia, presidente del panel di degustazione dei vini Toscani “Non dimenticare mai che c’è sempre qualcosa di buono nel vino che degusti“.
Noi intanto proviamo a cercar queste etichette vincitrici per farci un’idea di vini che vincono dentro e fuori i confini nazionali!