EsperienzeDegustazioni
16 luglio 2014, 07:15

luglio

Il Prosecco batte lo Champagne

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Il Prosecco italiano ha battuto lo Champagne nella esportazione mondiale.

Il Prosecco sta diventando un protagonista di prima grandezza sui mercati mondiali e, secondo l’Osservatorio economico italiano dei vini (Ovse), nel 2013 ha battuto lo Champagne per il numero di bottiglie vendute nel mondo: 307 milioni contro 304.

Si è trattato certamente di un’annata storica per il made in Italy: il Prosecco è diventato lo spumante più venduto al mondo, esportato in circa ottanta paesi nelle sue tre versioni, spumante, frizzante e fermo.

Tra gennaio e agosto la crescita dell’export è stata quasi del 20%, con il Regno Unito in crescita del 50% e la Russia del 30%. E Confagricoltura ha giustamente sottolineato  il boom della Cina: +120%.

Le bollicine prodotte tra Veneto e Friuli hanno creato un aumento del fatturato che ha raggiunto negli anni i 15 milioni di euro.

È stato così superato il diretto concorrente Champagne per bottiglie prodotte, anche in considerazione del prezzo molto più contenuto rispetto allo spumante francese e quindi meglio vendibile in epoca di crisi economica.

Altro fattore di buona commercializzazione è la rapidità di produzione del Prosecco, che non richiede i tempi lunghi dello Champagne ma è un prodotto molto più flessibile sul mercato, essendo sufficienti pochi mesi dalla vendemmia alla vendita finale.

Il Prosecco era, fino al 2009, oltre che il nome del vino, anche quello del vitigno di produzione. Poteva essere coltivato in qualsiasi parte del mondo anche se la sua terra di elezione, da tempo immemorabile, furono le colline venete tra Conegliano e Valdobbiadene per composizione dei terreni, ottima esposizione e lunga tradizione di vinificazione. È in questo territorio che il vitigno ha offerto da sempre il meglio di sé ed è da queste zone che si è sviluppata quella qualità ormai universalmente riconosciuta che ha nel Superiore di Cartizze la punta di diamante.

Solo nel 1969 al Prosecco Conegliano Valdobbiadene è stata riconosciuta la denominazione d’origine controllata.

La conquista della DOC è stato il passo determinante verso la ricerca di una sempre migliore qualità: circa quaranta anni dopo, nel 2009, all’area di origine comprendente quindici comuni: Conegliano, Susegana, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Miane, Vidor, Follina, Tarzo, Valdobbiadene è stata riconosciuta la DOCG  e, al Prosecco coltivato in questa, terra l’appellativo di “Superiore” .

Oggi da 9 province del nord  d’Italia, e cioè da Treviso, Belluno, Padova, Vicenza, Venezia, Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone, proviene il Prosecco DOC; ma soltanto  dalle colline di Conegliano Valdobbiadene, circa 5000 ettari di vigna della zona storica, proviene il Prosecco Superiore DOCG.

Oggi, inoltre, Prosecco non è più il nome di un vitigno ma di un territorio. Mentre al vitigno  è stato dato il suo nome di origine: “Glera“.

Il vitigno Glera è originario probabilmente dalla Venezia Giulia o di zone orientali più lontane.

Diffuso particolarmente nella provincia di Treviso, è caratterizzato da grappolo grande e da acino rotondo, da buccia sottile e da colore dorato. Si tratta di un vitigno molto vigoroso e produttivo che predilige i terreni collinari e offre una produzione ricca e costante anche se di vendemmia lievemente tardiva.

Il vino ottenuto dal vitigno Glera, il Prosecco, appunto, è di un bel colore giallo paglierino, con caratteristici profumi di mele, mandorla e fiori di glicine. Il sapore è lievemente aromatico, è delicato e gradevole.

Per quanto riguarda il Prosecco Spumante, è di preferenza prodotto con il metodo Charmat  perché col Metodo Classico tende a perdere i suoi profumi varietali e ad acquistare quelli del lievito e va preferibilmente servito  in calici a pancia larga per esaltarne meglio le caratteristiche aromatiche.

Il Prosecco Spumante, come ogni altro spumante, va servito alla temperatura di 6°C circa, in modo che al momento di sorseggiarlo la sua temperatura non superi gli 8° C. Le sue caratteristiche di finezza, eleganza e profumo si apprezzano molto bevendolo come aperitivo ma anche come vino che bene accompagna un pasto, soprattutto a base di antipasti di pesce, crostacei e molluschi, di risotti al pesce o alle erbe, di formaggi freschi e delicati.

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