Un passito ricco e aromatico per abbinamenti che spaziano dai formaggi stagionati, meglio se abbinati a confetture e mostarde, alla pasticceria secca ma anche al cioccolato.
Ho avuto il piacere di provarlo di recente, in occasione di Vinitaly (2014), ero nel padiglione della Calabria e salutavo alcuni produttori finché trovo una di loro, Lidia Matera (produttrice calabrese di gran classe) con un bicchiere colmo di liquido non identificabile con i suoi ottimi rossi né i bianchi che conosco e allora chiedo “Cosa bevi di buono?”. Non mi risponde subito ma mi guida allo stand antistante: Feudo dei Sanseverino.
A questo punto mi presento sorridendo “purtroppo come sa, in occasione di Vinitaly non è possibile per noi giornalisti provare tutti i vini di tutti i produttori… purtroppo! Andiamo dritti a questi passiti”. E così ne provo 2, uno meglio dell’altro.
Feudo dei Sanseverino è una piccola azienda calabrese come scrivevo poc’anzi, della provincia di Cosenza, a ridosso del monte Pollino che alleva solo vitigni autoctoni a circa 300 metri d’altezza: Gaglioppo (chiamato dai vecchi aglianico e/o lacrima), la Guarnaccia, la Malvasia e il Moscato.
Ma in questa occasione dedico le mie note al Mastro Terenzio: è fatto di Malvasia, Guarnaccia, Odoraca, Moscato, le uve sono raccolte e lasciate appassire su graticci in locali controllati per regalare aromi di miele, frutta secca e, in qualche modo, frutti esotici.
Feudo dei Sanseverino conta circa 5 ettari ed è certificata a biologico. Ha una produzione composta dal Mastro Terenzio, il rosso Donna Marianna un blend e il Lacrima Nera in purezza; poi c’è il loro decantato “Moscato Passito al Governo di Saracena”, quello che mi consigliava Lidia e con una storia affascinante: si tratta di una produzione antica che prevede la bollitura del mosto di primo fiore fatto poi schiumare per ridurlo di un terzo, aggiungendo poi al mosto cotto degli acini appassiti di uva Moscato e così via con le altre fasi. Un procedimento che ha richiesto battaglie dure prima di essere approvato nonostante si trattasse di antiche usanze che non possono essere in nessun modo cancellate.
Un’azienda tradizionale insomma, che garantisce un prodotto di nicchia come pochi.
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