RecensioniDai wloggers
18 giugno 2014, 07:15

giugno

Parliamo di vitigni: il Rossese

Tweet about this on TwitterShare on FacebookPin on PinterestGoogle+1Share on LinkedIn

Un vitigno tipico del Ponente Ligure, frutto di viticoltura eroica.

Il Rossese è un vitigno di difficile coltivazione che nasce sulle colline a volte ripide dell’estrema Liguria di Ponente, scaldate ed illuminate dal mar Ligure.

Si chiamò Rossese dal colore dell’uva o forse, più probabilmente, dalla roccia sulla quale veniva coltivato anche a 600 metri s.l.m., soprattutto nella valle Nervia, intorno a Dolceacqua e nella valle Verbone, intorno a Soldano.

Si pensa siano stati gli Etruschi ad importare il vitigno del Rossese in Liguria ma è vero anche che la coltivazione ad alberello testimonia traccia di colonizzazione greca.

Un’ulteriore versione sulle origini del Rossese lo fa nascere in Francia da dove pare venisse trasportato in Liguria dai soldati della famiglia Doria e si diffuse poi in tutta la riviera di Ponente. Quel che pare certo è che Andrea Doria elesse il Rossese di Dolceacqua vino festivo della sua flotta e Napoleone Bonaparte, ospite in Italia della marchesa Doria, ebbe a conoscerlo e ad apprezzarlo al punto da farne inviare qualche bottiglia a Parigi.

Rosso rubino intenso, tende al granato con l’invecchiamento. Al naso intenso e delicato con sentori di ribes, viola, ciliegia e fragola. Morbido e caldo al palato, lascia in bocca un finale gradevolmente amarognolo. Ha un estratto secco del 23% e generalmente raggiunge i 12-13 gradi alcolometrici.

Il papà del Rossese viene riconosciuto da tutti in Mandino Cane, viticoltore di Dolceacqua oggi ottantenne, che decise di migliorare la produzione del vino locale, dando a tutti un grande impulso. Erano gli anni settanta, quando i giovani abbandonavano le vigne e l’agricoltura in genere. Il suo fu un esempio, ed ora sono molti i giovani produttori che, con sacrifici e fatica, si dedicano alla coltivazione - qui veramente eroica - ed alla produzione di un Rossese decisamente divenuto di notevole livello. Uno per tutti Maurizio Anfosso che lavora con la collaborazione della moglie.

Il nome Mancinè della sua azienda deriva dal capostipite che era mancino. Ma ci sono, nella toponomastica, anche tante reminiscenze saracene come il nome della vigna Galeae che oggi produce ottimi vini ma una volta era la galera dei prigionieri del sultano. Kà Mancinè, la casa del mancino, dalle tonalità saracene produce vini particolari, aromatizzati dalla passione e dall’entusiasmo di un giovane che ha ripreso antiche tradizioni.

L’uva è raccolta in piena maturità fenolica ed il Rossese prodotto lascia in bocca un tannino elegante ed avvolgente con un finale piacevolmente amarognolo.

Ottimo in abbinamento con cucina ligure a base di erbe quali le torte di verdura, il coniglio alla ligure e i piatti di pesce più elaborati.

dolceacquadoriafranciakà mancinèriviera di ponenterossesevini della liguria
Tweet about this on TwitterShare on FacebookPin on PinterestGoogle+1Share on LinkedIn

Leave a Reply