EsperienzeOn the road
17 giugno 2014, 07:15

giugno

La rivincita del meridione a Radici del Sud 2014

Tweet about this on TwitterShare on FacebookPin on PinterestGoogle+4Share on LinkedIn

Sono stata ospite della giuria nazionale di Radici del Sud, importante evento dedicato alle migliori realtà enologiche del Sud. Vi racconto la mia esperienza.

170 aziende, quasi 400 vini suddivisi in 21 categorie in base innanzitutto alla regione e poi all’uvaggio (si va dall’Aglianico campano al Primitivo pugliese, dal Magliocco calabrese al Grillo siciliano e poi i fatidici Fiano di Avellino e Greco di Tufo, il Catarratto e così via per ogni singola regione). Tra questi, 89 le eccellenze premiate dalle 2 giurie: quella nazionale e quella internazionale composte da esperti, giornalisti e soprattutto buyer stranieri per favorire la commercializzazione di questi prodotti.

Radici del Sud è l’evento tutto dedicato alle eccellenze del Sud, per troppo tempo sottovalutate e che riesce, oggi, a dimostrare la varietà enorme di uve e vini di qualità notevole. E così si è partiti con gli appuntamenti B2B con i produttori, molto efficaci, per poi passare alla classica competizione con i vini sottoposti alla giuria rigorosamente coperti. Come membro della giuria nazionale ho avuto modo di farmi un’idea chiara di questi vini e quando si tratta di degustare alla cieca c’è poco da scherzare.

Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglia (quest’ultima regione ospite della IX edizione appena conclusasi) sono le protagoniste con i vini fermi e secchi: bianchi, rossi e rosati.

È stata l’edizione dei rosati” afferma Luciano Pignataro, noto critico enogastronomico e media partner dell’evento. In particolare, aggiungo, dei rosati calabresi; e al di là delle reazioni c’è un fatto: in base al numero di campioni disponibili l’organizzazione ha accorpato in una sola categoria rosati della Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia (mentre la Puglia concorreva a se avendo presentato un numero molto superiore di rosati) ma i vincitori: 2 per la giuria nazionale e 2 della giuria internazionale sono risultati tutti calabresi! Un bel segno e mi piace citare uno dei vini vincitori: il Grayasusi di Ceraudo etichetta rame (essendocene anche un altro di Grayasusi con etichetta argento che prevede il passaggio in barrique).

E sempre per i curiosi che volessero ripetere l’esperimento dei giurati tra gli altri partecipanti ci sono l’azienda calabrese Cataldo Calabretta con il Ciro’ DOC (uva Gaglioppo 100%, noto rosso calabrese) e l’azienda pugliese Erminio Campa con il Primitivo di Manduria DOP, Primitivo 100%). Ed è stato proprio il Primitivo, un altro protagonista di questa edizione, molto apprezzato anche dagli stranieri tra i quali Hans Bijvoets, olandese, alla ricerca di nuove ottime cantine meridionali per il suo portafoglio. Non solo lui, ma anche Ole Udsen, noto giornalista e scrittore danese che cita l’invasione delle Bag-in-box in nord Europa (il vino in cartone con dispenser stile rubinetto per capirci), metodo pratico sì, ma che non sempre riesce a comunicare tutta la qualità degustata in questa occasione. Insieme a loro è il giornalista di Wine Simple News, popolare rivista russa che elogia la vasta offerta dell’enogastronomia italiana che riesce ad accontentare tutti i gusti e tutte le tasche a differenza della vicina Francia.

Non mancherò di recensire i singoli vini, le singole etichette, intanto ecco l’elenco completo dei vincitori.

Buon divertimento!

degustazioni alla ciecaeccellenze vitivinicoleeventivini della calabriavini della pugliavini della siciliavini premiati
Tweet about this on TwitterShare on FacebookPin on PinterestGoogle+4Share on LinkedIn

Leave a Reply