Da un po’ di tempo a questa parte, ho riscoperto il piacere di un buon bicchiere di vino accompagnato ad un buon libro. Talvolta, per rendere la cosa ancora più intima, accendo il pc e faccio partire una playlist dai toni morbidi. Una pratica che, a causa dei tempi sempre più serrati, è andata occupando sempre meno spazio nella mia quotidianità.
Ma, come dicevo, da qualche tempo, ho ritrovato il piacere di concedermi un momento solo mio.
Il libro in questione non è uno di quei romanzi da mille pagine che piacciono tanto agli hipsters moderni o ai fanatici dei fantasy, ma nemmeno un tascabile Harmony. Un libro che già dal titolo lascia trasparire una certa direzione abbastanza chiara: “Compagno di Sbronze” di Charles Bukowski, libro che mi è stato regalato, per l’appunto, dal mio vecchio compagno di sbronze Donnie.
Le pagine scorrono via non troppo velocemente, disegnando nella mia testa scenari di ogni tipo (che chi ha letto il libro può immaginare), mentre mi lascio accompagnare dal sapore morbido di un piacevole Lacrima di Morro d’Alba della cantina Marotti Campi.
Io credo che ci siano vini, così come canzoni, o libri, o quadri, che sembrano essere nati per momenti precisi della vita. Ognuno di questi deve essere a suo modo assaporato in quel preciso momento, per poterne gustare appieno il senso. Alcuni di questi sembrano quasi stonare, quando vengono associati al momento sbagliato.
E il mio calice dell’Ikea, che stasera vedo pieno per metà, lascia che il rosso rubino di questo vino colori attimi, mentre la lucina del comodino filtra attraverso il vetro, fino alle pagine.
Belli, questi momenti, in cui tutto è intonato, come un coro gospel in quella cappella che è l’ultima sera del weekend.
Decido di chiudere il libro e di bere l’ultimo sorso, mentre dal pc parte “In The Ghetto” di Elvis. Ora è tutto perfetto. Buonanotte.